Gli strumenti con la «meccanica viennese», con la loro voce chiara e brillante, sono il mezzo espressivo ideale per la letteratura pianistica classica di Vienna, rappresentata da Haydn, Mozart, Czerny, mentre i pianoforti a tavolo e i «Hammerfluegel» con «meccanica inglese» ben si adattano alia musica del romanticismo, apprezzati particolarmente, tra gli altri, da Beethoven e Clementi. L'importanza della meccanica «a rimbalzo» va velocemente scemando, da quando lo Streicher e altri costruttori, dalla metà del secolo scorso, l'abbandonano via via per passare alla meccanica «a spinta».
Agli inizi del XIX sec., oltre a Londra e a Vienna, anche Pangi diventa un notevole centro della fabbricazione di pianoforti. E' qui che l'ingegnoso costruttore Sebastien Erard, verso il 1823, inventa la «meccanica a ripetizione», in uso ancora ai giorni nostri; peraltro, egli, già prima si era fatto un nome di vasta portata con la creazione di un pianoforte a organo e di un'arpa doppia.
Nelle meccaniche a ripetizione con doppio scappamento, è inserito, fra martello e linguetta (quella che ora va sotto il nome di montante), un ulteriore sistema di leve, che permette di «afferrare» il martello durante la sua ricaduta dopo la prima percussione, ed esso viene a trovarsi in una posizione che permette una nuova percussione, senza che sia necessario premere daccapo a fondo il tasto. Solo in questo modo sono possibili quelle veloci ribattute, che sono una fondamentale caratteristica del virtuosismo pianistico romantico, come in Chopin e in Liszt.
Verso il 1850 il famoso virtuoso del pianoforte, e costruttore egli stesso, Henri Herz (1803-1888) realizza una semplificazione e un perfezionamento della meccanica a ripetizione di Erard, soprattutto con l'introduzione, al centro della meccanica, di una molla di ripetizione.
Questa influisce sul preciso sollevamento del martello anche nelle ripetizioni più veloci, e porta il nome del suo inventore «molla Herz» ("Herzfeder"). Questa invenzione ha contribuito in modo determinante alla costruzione delle meccaniche dei moderni pianoforti a coda e viene tuttora impiegata, salvo qualche dettaglio e ulteriore raffinato perfezionamento.
Anche Wilhelm Schimmel vi ha apportato il suo fattivo contributo, tra l'altro con l'introduzione di una molla Herz elaborata e brevettata, che è regolabile, e nel suo agire contemporaneo con montante e meccanismo di leve di sollevamento, garantisce particolari attitudini ad una ripetizione assolutamente veloce e sicura.